Dolcissimo amore mio, il countdown sta per finire. Cinque anni fa come domani alle ore 12 ci lasciavi per sempre. Ogni anno è straziante ricordare le tue ultime ore di vita. Un dolore profondo mi lacera l’anima. È cinque anni che sposto il pensiero da te… non ti posso pensare perché altrimenti impazzisco. Vivo le mie giornate ridendo e scherzando come se nulla fosse. Ma solo io so cosa c’è dentro. A volte… dolce cuore…. mi sento come un ‘automa. Vuota. Senza senso. E la tristezza mi attanaglia. Vivo come se tutto andasse bene. Ma noi, vita mia, sappiamo che non è così. Tu sei…no nella mia anima, ma sei la mia anima, come se la tua e la mia fossero cucite insieme. Mai nessuno potrà separate l’amore indissolubile che esiste tra una mamma ed un figlio. E noi eravamo speciali in questo. Come in simbiosi. Cuore mio vorrei scrivere fino all’infinito per non staccarmi mai da te, anche se so che tu non mi lasci mai….Come farà adesso la mamma che io non ci sono più? Ricordi quel sogno? Quanto mi hai fatto piangere…e quanto piango ancora. Amore mio non posso continuare più. Le lacrime scendono a fiotti. Domani non sarà facile, ma tu sarai con me e con tutti noi
Ciao anima mia. Un giorno ci rivedremo e nulla potrà più dividerci. Con immenso amore…la tua mamma ❤
Autore: Stefano Terranova Team
Lo sfogo dell’avvocato della parte offesa all’autentica resistenza giudiziaria posta in essere da periti e PM. Uno sfogo che nasce dalla lettura dell’articolo pubblicato su queste pagine il 9-5-18
Gentile Direttore Galipò,
In un percorso che non esito a definire di autentica resistenza giudiziaria, in cui alle consulenze tecniche svolte per conto delle Procure hanno fatto seguito pedisseque richieste di archiviazione, tutte nella sostanza respinte dai Giudici che le hanno vagliate, ho fatto uno sforzo per comprimere la tentazione di scrivere fuori dal procedimento della morte per omicidio colposo di quel ragazzo.
Così, dopo cinque lunghi anni (la prescrizione del delitto è prossima), le Sue osservazioni mi hanno indotto ad uscire dal rimuginio di pensieri per scrivere il mio punto di vista che è il punto di vista del difensore della persona offesa padre della vittima di quell’omicidio colposo.
La ricerca incessante della conoscenza delle cause della morte e, in una parola della verità, in eventi del genere, è l’unico spiraglio di luce che assiste chi ha subito una perdita così innaturale; nessuno può pensare che la vittima di un delitto colposo si trasformi da persona in mero “ capitale umano” materia di assicurazioni o di risarcimenti in denaro.
La richiesta di verità e di giustizia alla Magistratura penale corrisponde infatti all’idea, eticamente apprezzabile, che eventi come quello avvenuto a S. non possano trovare accertamento se non nei confronti della collettività in un processo pubblico sotto il controllo di tutti.
La morte di un uomo addebitabile a colpa non può rimanere un fatto privato che si risolva con l’esborso risarcitorio ma, nell’animo dei congiunti deprivati del loro caro, è finalizzata alla conoscenza delle ragioni e degli errori commessi affinchè ciò che è avvenuto non si ripeta mai più nei confronti di altri soggetti. ‘
Ma cosa è accaduto a S?
È accaduto che il giovane, dopo un serio intervento chirurgico ad opera di un esperto neurochirurgo, nel decorso post operatorio di un “eccellente” reparto di anestesia e rianimazione non sia stato curato con la diligenza e la perizia propria delle leges artis e siano stati commessi errori gravissimi di diagnosi, di clinica e di metodo.
Eseguita una tracheotomia per facilitare la respirazione, i sanitari non si sono avveduti nel decorso di oltre un mese che per un errore commissivo nella esecuzione della stessa, era stata provocata una lesione della pars membranacea della trachea, che non diagnosticata né riparata nonostante i segni clinici e le manovre di riposizionamento descritte in cartella, ha condotto alla formazione di una fistola tracheo esofagea proseguita fino all’aorta
La fistola ha determinato la lacerazione a tutto campo dell’aorta determinando una emorragia inarrestabile che ha provocato il decesso.
Vi è prova che i sanitari non abbiano riconosciuto il tramite fistoloso visibile dalle varie TAC effettuate e mal refertate e che non abbiano riconosciuto la particolare conformazione dell’aorta del giovane a doppio arco, visibile e riconoscibile dai referti sottoposti ai radiologi e agli anestesisti; ciò ha accelerato, come è noto nella letteratura medica, il processo di progressione della fistola dalla trachea attraverso l’esofago fino all’aorta determinando la morte.
Tutti i consulenti medici incaricati sia dalla Procura che dagli indagati, hanno riconosciuto la causa efficiente della morte, nel senso che se la fistola fosse stata individuata e riparata il decesso non sarebbe avvenuto; ma nessuno, tranne i consulenti della parte offesa hanno scritto a chiare lettere che vi fu, come vi fu, grave e protratta imperizia e forse anche negligenza nella diagnosi e nella cura ad opera di ben due nosocomi.
Insomma, un rimpallo improprio in fase di indagini durato troppi anni tra pm e giudici che hanno correttamente respinto le richieste di archiviazione ma a cinque anni dal fatto a nessuno è venuto in mente che poiché la querela non è infondata come sostenuto dai Giudici, “s’ha da fare il processo” penale. Si, “s’ha da fare” o si sarebbe dovuto fare, perché anche l’omicidio colposo per responsabilità medica, è e rimane, nelle strette maglie di leggi che prevedono cause di non punibilità di oscura interpretazione, pur sempre un delitto contro la persona.
E perché alcuni errori a differenza di altri sono fatali e dopo di essi c’è la morte anche se si hanno solo 18 anni.
Ci si è imbattuti in un sistema che esige che la responsabilità per colpa medica venga risolta attraverso il ricorso alla giustizia civile e gestita dalle assicurazioni; – si blatera- per evitare quella “ bestemmia” che è la medicina difensiva, una contraddizione in termini con i canoni ippocratici!
Questo sistema è stato voluto ed in parte attuato dal Governo e dal Parlamento che hanno emanato leggi limitative della responsabilità per colpa ma è un sistema che ha pervaso anche l’interprete delle leggi cioè la Magistratura e soprattutto la magistratura inquirente che spesso si accontenta di suggerire una “ strada “ più sicura per le parti offese, una strada a mio avviso non sempre rispettosa del principio dell’obbligatorietà dell’azione penale anche quando il ricorso ad essa è inevitabile.
Ho sentito capi di Procure importanti affermare sui giornali che sono diminuiti i casi penali di responsabilità medica.
Condividerei questa affermazione se, alla diminuita casistica corrispondesse una maggiore diligenza e perizia negli ospedali pubblici e privati. Ma purtroppo alle eccellenze e alla abnegazione di tanti esperti e competenti professionisti fa da contraltare una pletora di sanitari e ancor peggio di strutture che nella persona malata riconoscono un numero, un posto letto occupato o da occupare, e che di fronte all’errore / fatale e alla grave imperizia, credendo essi di essere vittima, si avvalgono dell’aiuto, spesso vera e propria solidarietà, di colleghi consulenti.
Anche nell’interesse di molti medici che giornalmente e con abnegazione sacrificano il loro tempo per la causa più nobile dell’umanità e cioè curare e dare chances di vita ai loro pazienti, anche per costoro, è auspicabile che le esigenze di accertamento delle responsabilità medica non vengano occultate o minimizzate attraverso il ricorso ad una logica di casta o classista perché il problema della malasanità è il problema dei meccanismi che regolano la nascita ed il proliferare di centri di cura della salute e di tutto ciò che intorno ad essi si muove. E ciò non è affare privato ma bene pubblico da proteggere se del caso anche attraverso l’extrema ratio della sanzione penale.
Nel caso che ci occupa, ancora sub judice in fase di indagini,. quel ragazzo e i familiari che l’hanno perduto per colpa d’altri, attendono verità in contraddittorio, non che sulla vicenda cali il sipario dell’archiviazione a fronte di evidenze così macroscopiche che avrebbero già da tempo imposto la celebrazione di un processo. Il silenzio sulla vicenda è stato assordante. Nessun organo di stampa ne ha parlato perché talune strutture sanitarie sono o sembrano apparire “santuari di inaccessibilità” anche nelle città più evolute del Paese.
La ringrazio infinitamente per aver posto pubblicamente interrogativi sul caso.
Maria Rita Cicero, avvocato della parte offesa
(Foro di Messina)
(Fonte: ResponsabileCivile.it)
Lettera ad un figlio scomparso
2 giugno 2013… Alle 12:00 ti spegnevi per sempre, lasciandoci in un dolore ed una disperazione incommensurabili. Che dire tesoro mio, sono passati quattro anni da quel giorno con momenti altalenanti. La vita, e dico purtroppo, per inerzia, ci porta ad andare avanti, ma avanti come? Come un sopravvivere! Non si vive più figlio mio. La cicatrice è indelebile nel nostro cuore e nel cuore di chi ti ha conosciuto e ti ha amato. Come ci si può rassegnare alla morte di un figlio? MAI! Soprattutto se il figlio era come te… Brillante, esuberante, generoso, altruista, impulsivo e sempre pronto ad aiutare il prossimo, amico tuo o no che sia stato. A volte ti dicevo: “Tesoro lascia perdere, non ti intromettere in tutto, per amore di pace ché ti avvilisci!” E tu mi rispondevi sempre alla stessa maniera “Mamma ma mi sembra brutto vederli litigare!”. Ed allo stesso modo litigai io con la vita quando papà mi chiamò per dirmi che non eri più con noi. A volte ho sprazzi di serenità ed in quei momenti affronto meglio la vita quotidiana, ma nulla può ridarmi la felicità di un tempo, come quando giocavamo sul letto a rotolino e tu sai quante risate abbiamo fatto. O quando guardavamo Streghe alla tv e poi ci addormentavamo abbracciati. Nulla potrà essere come prima. Ciò nonostante e con grande sforzo, voglio ricordarti sempre con quel sorriso smagliante che accecava tutti di gioia e con quella voglia di vivere che solo tu sapevi trasmettere.Tu non eri di questo mondo e il Signore ti ha voluto con Lui.
Come sempre, con immenso amore, LA MAMMA !
Ricordi di Natale…
Dolcissimo amore mio, questo è il quarto Natale senza di te! Ricordo come fosse ora, quando vedesti l’albero di natale a soli tre anni tornando dall’asilo. Fu amore a prima vista. Era il primo anno che eri in grado di capire il Natale e le luci lampeggianti e le palline multicolori folgorarono i tuoi occhietti vispi. Guardavi il tutto con uno sguardo meravigliato, per poi lanciarti, ovviamente, sugli addobbi. Ebbe così inizio il tuo amore smisurato per il Natale: incominciasti a disegnare alberi natalizi in tutto il periodo dell’anno. Fino ad arrivare a disegnare, un giorno, anche l’albero di Pasqua, con le uova che pendevano! Ogni Natale, per noi due, era gioia, felicità e dura lotta, per chi doveva preparare il tutto… ma alla fine l’amore vinceva e lo facevamo insieme. L’amore, la parola chiave del Santo Natale, come pure quella del nostro indissolubile rapporto. Mamma e figlio. Sorella e fratello, amici amatissimi… Tutto eravamo noi due. E quante lacrime, vita mia, ti ho asciugato, quando i tuoi compagnetti ti prendevano in giro perché eri paffutello prima di sbocciare in un bellissimo fiore. Quanti segreti ho custodito ascoltando sempre i tuoi racconti. E quanto ti ho consolato, quando, magari, perché monellino, eri un po’ messo in disparte! Il nostro amore ha sempre vinto su tutto. Pure adesso, angelo mio. Soffro perché sei lontano dalla mia vista, ma quello che ci ha unito in passato ci unirà per sempre anche oltre la morte. Ti amo vita mia più di qualunque cosa al mondo e questo nulla lo potrà cambiare. E pur soffrendo per il tuo distacco è proprio con infinito amore che ti dico…
BUON NATALE VITA MIA! FESTEGGIA GLORIOSO CON GLI ANGELI NEL CIELO E PREGA PER NOI TUTTI AFFINCHÉ, CONSAPEVOLI DELLA TUA PRESENZA IN MEZZO A NOI, POSSIAMO TRASCORRERE UNA GIORNATA SERENA. CON IMMENSO AMORE, COME SEMPRE, LA TUA MAMMA <3!
Poesia per Stefano
Gli Angeli come te sono le nostre idee migliori… Sono passati tre anni e mezzo, da allora, non vi è stato giorno che si è fatto buio, o notte fattasi giorno, senza un pensiero o una preghiera che salga a te!
Enzino e Rosita
22 splendidi anni
Amore mio dolcissimo, oggi con parenti, amici e persone care, ricordiamo quello che avrebbe dovuto essere il tuo ventiduesimo compleanno. 22 anni amore mio! Un’età in cui un ragazzo avrebbe dovuto dare il massimo. Un’età in cui ogni ragazzo si dovrebbe sentire padrone del mondo. E chi di noi non ha avuto questa sensazione! Purtroppo….vita nostra….Tu non ci sei più ! E che dire? Tante cose ho scritto su di te in questi anni, ma nulla è mai servito ad alleviare il nostro dolore. Oggi riuniti nella Santa Messa, pregheremo per te ed insieme a te affinché tu ci dia la forza di andare avanti per come hai sempre fatto, con la certezza che un giorno saremo riuniti in cielo. Buon compleanno vita mia. Con immenso amore…..come sempre la mamma ❤
Dolcissimo amore mio,
di tanto in tanto, ti voglio pensare scrivendo qualcosa su di te. Sai, gioia, stanno passando tre anni e mezzo dalla tua scomparsa ed ogni volta che scandisco il tempo il mio cuore si spezza. In tutto questo periodo ho recitato una parte, quella della mamma forte anche se distrutta da un dolore immenso. Giorno dopo giorno ho cercato di andare avanti sorridendo, scherzando, piangendo… Un po’ di tutto, facendo si, a tutti i costi, che tu fossi orgoglioso di me! Sentivo, però, la gente mormorare, che, non curante del mio recitare, mi additava di essere leggera.
“COME FA AD ESSERE COSÌ ALLEGRA?”
Mi amareggiavo nel sentire queste affermazioni e magari triste per tutto quanto mi chiudevo a riccio per lo più in casa. Un giorno, quasi costretta ad uscire, mi resi conto che avevo il dovere di continuare a vivere, di essere allegra e perché no, anche serena, perché lo dovevo a te per tutto quello che tu avresti voluto fare e non potevi più fare.
LA TUA VOGLIA DI VIVERE DOVEVA ESSERE LA MIA VOGLIA DI VIVERE, LA TUA GIOIA LA MIA GIOIA, IL TUO ESSERE FELICE IL MIO MODO DI ESSERE DA LÌ IN POI. Insomma essere e fare quello che tu non potevi più, affinché tu continuassi a vivere in me… In noi! Mi manchi tesoro, mi manchi da morire ed ogni volta che ti penso i miei occhi si riempiono di lacrime. Però da quel giorno in poi, ho guardato la vita con occhi diversi, con i tuoi occhi amore mio e spero che chiunque legga questo mio pensiero possa trarre qualcosa di buono. La nostra gioia è la tua gioia, ma la tua voglia di vivere sarà l’input per la nostra vita futura. È così che deve essere e così sarà a dispetto di tutto e di tutti.
Dolce notte cuore mio <3! Come sempre con immenso amore… LA MAMMA <3!
Tu che sei la parte migliore di me!
Dolcissimo amore mio, ci accingiamo alla commemorazione del terzo anno dalla tua scomparsa. Ma nulla è cambiato dentro di me… O meglio dentro di noi! Il tempo dovrebbe curare tutte le ferite, ma questa non ha cura vita mia. Inesorabilmente la tua assenza, paradossalmente, è una presenza costante. Non c’è un giorno, per non dire un minuto… Un istante, che qualcosa non mi parla di te. Tutti i giorni vengo a trovarti nella tua casetta e con tanto amore ti accudisco come se fossi vivo… Come un bimbo piccolo! E con quanta dolcezza ti guardo, quando seduta sulla panchina, ricarico le mie energie, saziandomi di te! E lì trovo pace! Ai piedi di quella tomba! Vorrei trascorrere giornate intere lì con te, ma papà e Pietro non vogliono che smetta di lavorare, perché pensano che sia peggio per me. Ed allora, mi devo accontentare di quei ritagli di tempo, che nell’arco della giornata, ti posso dedicare. È dura tesoro! La mia vita non è altro che un’attesa, un esilio alla fine del quale, finalmente, potrò riunirmi con te. Ed è con questo amore, che ti mando un bacio grande quanto l’immensità del cielo. Come sempre e con infinito amore… LA TUA MAMMA <3!
La terza Pasqua senza di te…
Dolcissimo amore mio, mi ero ripromessa quest’anno di non scrivere nulla, perché sempre troppo fresco e forte il dolore. Ma oggi, Venerdì Santo, in procinto della Santa Pasqua ho voluto seguire il mio istinto, se pur doloroso, e rivolgere il mio pensiero a te. Sono tre anni, vita mia, che non sei più con noi ed a volte sembra un’eternità. Ogni tanto penso quanto tempo ancora mi separerà da te. Accarezzo quella tomba, quando vengo a trovarti, come se volessi aprirla, per vederti, per baciarti, abbracciarti e mi sento impazzire al pensiero che sei li dentro e non posso toccarti. Ecco, lo sapevo, le lacrime incominciano a scendere a fiotti, per questo non volevo scrivere niente, ma è inconcepibile per una mamma, parlare di un figlio e non commuoversi. È la terza Pasqua che passiamo senza di te ed io, ormai da tre anni, sposto sempre il pensiero alla vista di quel posto vuoto. E’ un tormento, amore mio, che non passera’ mai. Però il tempo passa inesorabile e la gente dimentica presa dal tran tran della vita quotidiana e io mi rendo conto che nessuno, in definitiva, capisce veramente il dolore che si ha dentro e che inesorabile scandisce le mie giornate. Non mi interessa e non voglio la compassione di nessuno, ma nulla sarà più come prima. Vorrei solo vivere pensando a te e all’amore che ci legava e ci lega anche oltre la morte. Ma purtroppo la vita ci porta ad andare avanti e dobbiamo andare avanti, anche per le persone che ci stanno accanto e che ci amano. E tu, vita mia, glorioso dall’alto dei cieli, prega per noi affinché un giorno potremo essere riuniti tutti insieme.
Buona Pasqua amore mio…
Con immenso amore, come sempre, LA MAMMA!
Oggi, è il sei novembre…
Dolcissimo Stefano, oggi è il sei novembre, il giorno del tuo compleanno… Anche quest’anno lo trascorrerai purtroppo lontano da noi, dalla tua famiglia, dai tuoi amici! Sorrido con tenerezza e tristezza al ricordo del tuo sesto compleanno, a quando mi hai telefonato alle otto del mattino, rimproverandomi per non averti ancora fatto gli auguri!
Tesoro, come ci tenevi al giorno del tuo compleanno, alla tua festa, ad essere circondato dalle persone a te care! Purtroppo siamo tutti ancorati troppo sgomenti, addolorati, smarriti senza di te. Voglio pensarti in paradiso felice, sorridente, scherzoso a festeggiare questa giornata particolare…
Ti voglio bene caro dolce Stefano, un bene infinito, immenso!
Tua cugina Ornella