Caro fratello,
mi sembra sia arrivato il momento che anch’io condivida i miei pensieri su di noi.
Comincio col dire che non sono per niente pentito di ogni mia scelta che ti ha riguardato, direttamente o indirettamente; tutto questo, insieme al resto, è servito a renderti la straordinaria persona che sei diventato: ricordo, ad esempio, quando ti ho chiuso il telefono dicendoti che per risolvere il problema al computer dovevi usare Google piuttosto che chiedere a me. Piccola consolazione, mi dicono che hai raccontato di come quello sia stato il momento della svolta, il momento in cui hai capito che potevi essere autonomo e dovevi esserlo, con tanta soddisfazione.
Contraddistinto da un cuore grande e forte, hai sempre cercato, con difficoltà, di entrare nel cuore di ogni persona che hai conosciuto, cercando un’accoglienza non sempre ricambiata: questo mi infastidiva molto. Non sopportavo vedere persone approfittarsi di te e per questo ti dicevo: “Ma perché dai conto a questo? Perché perdi tempo con ‘sto tizio?” Le tue risposte: “Mi pare male”, “Non è giusto trattarlo così”…
Questa è la tua essenza. Purezza d’animo.
Nell’ultimo periodo, poi, hai avuto uno slancio incredibile verso una maturità al di fuori di ogni schema. Le tue opinioni sono diventate importanti, alle volte mi hanno rinfrancato, altre mi hanno ammonito; opinioni sempre equilibrate e piene di rispetto di sé e degli altri.
La notte tra il 20 e il 21 aprile di quest’anno, giorno del mio compleanno, ci siamo incontrati perché volevi farmi gli auguri, non manco mai di pensarci: mi hai preso la faccia con entrambe le mani, mi hai baciato e mi hai abbracciato con il tuo sorrisone, contento come se fosse il tuo compleanno. Mi sono sentito amato e ho pensato che ero finalmente felice di avere un fratello, avevo capito il tuo ruolo, e il mio nei tuoi confronti. Il rispetto e la maturità dimostrata mi ha portato a considerarti il mio fratello più grande.
L’ultima cosa che mi hai detto, 2 minuti prima: “Te ne vai anche tu?” e io sorridendoti “No, sto tornando”.
E ora sono ancora qua.
Pietro Terranova, tuo fratello…
2 risposte su “Il fratello più grande”
Pietro , i tuoi ricordi sono affettivamente preziosi, struggenti e commoventi, tanto da farmi versare un fiume di lacrime già all’alba!
La morte non è niente.
Sono solamente passato dall’altra parte:
è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore,
ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:
il tuo sorriso è la mia pace.